Letteratura Lucana del Novecento

  Letteratura lucana del Novecento. Di letteratura lucana del Novecento si cominciò a parlare alla fine degli anni '60, per merito della triade ormai nota dei grandi autori, composta da Leonardo Sinisgalli, Rocco Scotellaro e Albino Pierro...

Metaponto

   Secondo la maggior parte dei critici, la linea lucana nella Letteratura Italiana del Novcento consiste in una traccia di carattere neorealistico. Un seme piantato da Leonardo Sinisgalli con testi profondamente radicati nella realtà lucana, raccolto da Rocco Scotellaro con la sua poesia che si traduce in progetto ideologico e ancora dallo stesso Albino Pierro, il più grande poeta dialettale del Novecento e più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura. Altri autori di rilievo Mario Trufelli, di cui si ricorda la sua produzione poetica in "Prova d'addio", i libri "L'Ombra di Barone"e "Quando i galli si davano voce", Raffaele Nigro autore de "I fuochi del Basento", per non dimenticare il figlio adottivo Carlo Levi, che con il suo "Cristo si è fermato ad Eboli" incarna un comune sentimento di liberazione e giustizia.

   A dire il vero di letteratura lucana si potrebbe iniziare a parlare da Orazio, come noto nato a Venosa, per poi scorrere nei secoli i nomi di Riccardo da Venosa per il '200, Luigi Tansillo e Isabella Morra per il '500, Mario Pagano e Francesco Lomonaco per il '700, Nicola Sole, Petruccelli della Gattina e Luigi La Vista per il Romanticismo, arrivando al Novecento con Ezio di Poppa Volture.

   Si è parlato anche di una linea femminile nella letteratura lucana, ricordando la già nominata Isabella Morra del '500 e ancora Giuliana Brescia e Gina Labriola.
   Tutti nomi che meritano un più approfondito studio da parte di critici e non.

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